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Auto elettrica: quanto mi costa?

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Pubblicato il 28 October 2021
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La mobilità elettrica è un’alternativa più ecologica all’auto a carburante, ma quanto costa mantenere un’auto elettrica?

Se il mercato dell’auto fa i conti con un forte calo delle immatricolazioni, il comparto delle auto a batteria ha invece conosciuto una forte crescita. Secondo i dati più recenti forniti da Motus-E, associazione che riunisce i principali stakeholder della mobilità elettrica, il mese di agosto 2021 ha fatto registrare una crescita di oltre l’80% dei Plug-in Electric Vehicle (elettriche batteria e ibride plug-in).

INDICE
Costi Burocratici
Incentivi Allettanti
Il bollo non si paga
Anche l’RC Auto conviene
Consigli prima di firmare (e di rinnovare)
L’elettrico batte tutti
I costi in 16 anni
Gli scenari: nuova e usata
Ricarica sotto casa

Fino a non molto tempo fa eravamo abituati a pensare alle auto elettriche come costose alternative pulite alle auto a benzina o Diesel. Prezzo d’acquisto più elevato, poche colonnine per la ricarica, costi di manutenzione imprevedibili.

Oggi la situazione non è più questa. Un recente studio svolto da Altroconsumo in collaborazione con altre organizzazioni di consumatori a livello europeo, dimostra che i costi da sostenere per possedere un veicolo elettrico sono in realtà inferiori alle alternative.

L’indagine ha tenuto conto di tutte le voci che vanno a comporre il costo finale: dal prezzo dell’auto alla manutenzione, il rifornimento, l’assicurazione e le tasse. È stato tenuto anche conto degli incentivi, rifinanziati tramite il collegato fiscale alla legge di bilancio e quindi ancora validi nel 2021, e dell’eventuale ricavo da una successiva vendita.

Confrontando le singole voci di spesa dei veicoli elettrici con quelle delle auto tradizionali, la convenienza finale delle prime è in parte influenzata dalla presenza dell’Ecobonus del Governo.

Fino al 31 dicembre 2021 restano in vigore diversi incentivi per chi acquista un veicolo elettrico. Lo scopo è rendere più ecologico il parco veicoli circolanti, sostituendo quelli vecchi e inquinanti con altri a motore elettrico, più puliti. Vediamo quali sono gli incentivi e a che condizioni si ottengono.

  • Contributo di 2.000 euro per l’acquisto di un’auto a basse emissioni (meno di 60 g/km di CO2), con un prezzo fino a 50.000 euro, Iva esclusa, solo però a due condizioni: che il venditore conceda a sua volta uno sconto di 2.000 euro e che, contestualmente all’acquisto, venga rottamato un veicolo immatricolato prima del 1° gennaio 2011, di classe inferiore all’Euro 6.
  • Il contributo scende a 1.500 euro se il veicolo acquistato ha emissioni comprese tra 61 e 135 g/km di CO2 e se il suo prezzo di acquisto è inferiore ai 40.000 euro, Iva esclusa. Il venditore deve concedere uno sconto di pari importo.
  • Il contributo scende ancora a 1.000 euro per auto che emettono meno di 60 g/km di CO2 se non si rottama contestualmente l’auto vecchia. Anche in questo caso il venditore deve a sua volta accordare uno sconto di 1.000 euro.
  • Sconto del 40% sul prezzo di vendita di un veicolo elettrico, di potenza inferiore a 150 kW, per nuclei familiari con Isee inferiore a 30.000 euro. Il prezzo dell’auto che si compra o si prende in leasing deve a sua volta essere inferiore a 30.000 euro, Iva esclusa.
  • Vi è poi un’agevolazione per l’acquisto (anche in leasing) di moto e quadricicli elettrici o ibridi che consiste in un contributo del 30% del prezzo, fino a un massimo di 3.000 euro.
  • Il contributo sale al 40% se chi acquista rottama una moto di classe fino all’Euro 3: lo sconto arriva a un massimo di 4.000 euro.

Un’altra buona notizia per chi sta pensando di acquistare un veicolo elettrico è quella che riguarda le tasse.

Su autoveicoli, motocicli e ciclomotori a due, tre o quattro ruote, azionati con motore elettrico, non si pagano tasse automobilistiche per cinque anni dalla data di prima immatricolazione. Alla fine di questo periodo, per gli autoveicoli elettrici si deve versare una tassa pari a un quarto dell’importo previsto per i corrispondenti veicoli a benzina, mentre per motocicli e ciclomotori la tassa va corrisposta per intero.

Queste è la regola generale, ma molte regioni e provincie autonome hanno introdotto ulteriori agevolazioni, per esempio i residenti in Lombardia o Piemonte proprietari di veicoli elettrici sono esentati dal pagamento della tassa automobilistica per sempre: l’auto elettrica non paga letteralmente mai il bollo auto. Altre regioni hanno esteso l’esenzione a un periodo limitato di anni dopo i primi cinque. Il consiglio è di verificare sul sito della propria regione se sono in vigore ulteriori agevolazioni.

Il risparmio della polizza Rcauto di un’auto elettrica rispetto a una a benzina può superare il 50%. Lo rivelano le inchieste che Altroconsumo svolge in continuo in molte città d’Italia. Eccone due esempi.

A Verona, un 50 enne, cu1, guida libera, massimale 50 milioni di euro, auto tenuta in box privato e una percorrenza di 10.000/20.000 km all’anno quando spende per l’assicurazione?

Se ha una Skoda Enyaq iV 60 executive (elettrica), il suo premio annuo è pari a 250 euro, se invece la sua auto è una Skoda Karoq 1.0TSI Executive KW 85 (benzina), il premio annuo è di 580 euro: la differenza corrisponde a circa il 57%.

A Varese, un 40 enne, cu1, guida esperta, massimale 10 milioni di euro, auto in box privato e percorrenza sempre di 10.000/20.000 km/anno, con una Volkswagen ID3 58kWh (elettrica) paga un premio annuo di 151 euro, mentre con una Golf 2.0 benzina 8a serie spende 219 euro l’anno. La differenza è di circa il 31%.

Prima di stipulare la polizza Rc auto è bene prima di tutto aver chiare le proprie necessità (utilizzo della vettura, chilometri medi percorso durante l’anno, dove la tieni di notte, quali sono i guidatori che la potrebbero utilizzare).

Confronta sempre più offerte, non solo il primo anno ma anche quelli successivi. La fedeltà molto spesso non paga. Lo dimostra anche in questo caso un’indagine condotta da Altroconsumo a marzo 2021, per verificare i comportamenti delle assicurazioni nel periodo post lockdown, quando la quasi totalità delle auto era ferma.

È emerso che il 94% degli automobilisti interpellati tra i 25 e i 79 anni rimane fedele alla propria compagnia, ma di questi (in assenza di incidenti) solo il 35% ha pagato un premio inferiore rispetto all’anno precedente, e tra l’altro nella metà dei casi il risparmio ottenuto è stato inferiore ai 25 euro. Il 26% ha invece pagato di più, il 39% ha avuto un premio invariato, mentre al 6% è stato offerto uno sconto su una polizza diversa da quella Rc auto.

Risultati abbastanza deludenti nonostante i mesi di fermo auto e conseguenti risparmi ottenuti dalle compagnie. Guardandosi intorno si può in molti casi trovare un’offerta più conveniente.

L’analisi di Altroconsumo è stata condotta su tre segmenti di auto: piccole, compatte e grandi. Ciò che sorprende dei risultati è che la convenienza dell’elettrico, e in parte delle vetture ibride plug-in, ma solo a condizione di ricaricarle frequentemente, è reale per tutte e tre le categorie.

Comprare e mantenere un’auto rappresenta un costo non indifferente: se ipotizziamo una durata di vita di 16 anni, anche con vari passaggi di mano, si arriva a parecchie decine di migliaia di euro.

Si scopre però che, accorpando tutte le voci di spesa (svalutazione negli anni, rifornimenti/ricariche, tasse, Rcauto, manutenzione ordinaria), l’auto elettrica, con un costo totale di possesso di quasi 74mila euro, è più conveniente dell’auto diesel (oltre 78mila euro) e benzina (85mila).

L’ibrido ricaricabile è la seconda scelta più economica (circa 77mila euro), ma solo se si usa l’energia elettrica molto più della benzina, a patto cioè di ricaricare l’auto con frequenza.

Se questo è vero adesso con tutte le agevolazioni per l’acquisto ancora valide, cosa potrebbe succedere al decadere degli incentivi? In base alle stime sull’andamento del mercato e dei costi di produzione, anche senza Ecobonus, dopo una iniziale perdita di terreno le auto a motore elettrico dovrebbero tornare a essere le più convenienti già a partire dal 2024.

L’indagine svolta dalle organizzazioni di consumatori ha previsto diversi scenari. Il primo è quello dell’auto nuova, comprata nel 2021 e rivenduta dopo 4 anni con 48.000 km. In questo primo caso l’auto elettrica ha il costo più basso di tutti, pari a circa 32.000 euro, grazie agli incentivi.

Chi la acquista di seconda mano nel 2025 e la rivende dopo altri 5 anni e altri 50.000 km, anche senza l’Ecobonus spende per l’elettrico appena più che per un Diesel (quasi 23.000 euro) e meno di tutte le alternative.

Anche nel terzo scenario, quello di chi acquista l’auto di terza mano, dopo 9 anni di uso e 98mila km percorsi e la tiene 7 anni per poi rottamarla, l’auto elettrica, grazie a costi di ricarica e di manutenzione inferiori, è ancora una volta la più conveniente con un costo di 19.000 euro: il più basso in assoluto. Un’auto a benzina alle stesse condizioni gli costerebbe più di 25.000 euro.

Quindi, immettere già oggi nel mercato un maggior numero di auto elettriche, può portare a benefici economici anche per i futuri acquirenti di quelle vetture quando saranno di seconda e terza mano. Oltre, ovviamente, al beneficio in termini di riduzione di emissioni di inquinanti e di CO2.

In Italia a giugno 2021 si contavano quasi 12.000 colonnine su suolo pubblico o privato a uso pubblico per un totale di oltre 23.000 punti di ricarica.

La Lombardia è di gran lunga la regione con più punti (18% del totale), mentre il Sud è assai meno servito. Il numero di postazioni pubbliche è in continuo aumento, ma se stai pensando di comprare o hai già acquistato un’auto elettrica, può essere conveniente far installare un punto di ricarica all’interno del tuo box o in prossimità dei posti auto condominiali oppure, se questi non ci sono, in uno spazio comune condominiale che potrebbe essere reso adatto a quest’uso.

Per chi installa postazioni di ricarica per l’auto elettrica è prevista, fino al 2021, una detrazione fiscale per le spese sostenute. L’incentivo è previsto anche per le spese necessarie per aumentare la potenza del contatore (fino a 7 kW). Si recupera il 50% delle cifre pagate, fino a un massimo di 3.000 euro da ripartire in 10 anni. Conserva le fatture con codice fiscale del beneficiario della detrazione e natura dell’intervento e le ricevute dei pagamenti effettuati con mezzi tracciabili.

Fino al 30 giugno 2022 per i privati e al 31 dicembre 2022 per i condomini, salvo proroghe attualmente in discussione, chi esegue una ristrutturazione con interventi che migliorano l’efficienza energetica, tramite il salto di due classi energetiche, o riducono il rischio sismico del condominio o dell’abitazione singola può contare su una detrazione del 110% delle spese sostenute, che gli verrà restituito in 5 anni.

Se, insieme ai classici interventi come il cappotto termico e la sostituzione della caldaia, si installano anche colonnine o prese per la ricarica delle auto elettriche, anche queste beneficiano della detrazione del 110%. I limiti di spesa variano da un minimo di 1.200 euro a un massimo di 2.000 euro a seconda del numero di colonnine installate e alla tipologia di immobile. In ogni caso, al posto della detrazione puoi usufruire dello sconto in fattura o della cessione del credito.

Pubblicato il 28 October 2021
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