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Auto elettriche: oltre lo stato solido ecco le batterie LFP e agli ioni di sodio

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Pubblicato il 4 May 2022
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In attesa delle batterie allo stato solido, sono in arrivo due nuove tencologie per gli accumulatori delle auto elettriche: LFP e ioni di sodio

Il mondo dell’auto elettrica è in continua evoluzione. Per aumentare quanto più possibile l’autonomia delle prossime auto a batteria, sono in molti oggi a lavorare su soluzioni percorribili per migliorare le prestazioni degli accumulatori. In attesa dell’arrivo delle batterie allo stato solido, quindi, già da diverso tempo si sta lavorando sulle batterie al litio-ferro-fosfato, che già oggi trovano applicazione su molti modelli, mentre in un prossimo futuro potremmo vedere quelle agli ioni di sodio.

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Batterie LFP

Ma andiamo con ordine e partiamo dalle batterie LFP, acronimo di litio-ferro-fosfato. Questi accumulatori sono privi di cobalto e sono meno costosi da produrre rispetto a quelli nichel-manganese-cobalto (NMC). Proprio per questo motivo, molti produttori stanno già oggi puntando su questa tecnologia per i loro modelli. La batteria, infatti, rappresenta la voce di spesa più grande tra quelle legate all’auto elettrica. Le batterie litio-ferro-fosfato, quindi, rappresentano un’importante opportunità per sviluppare modelli meno costosi e, di conseguenza, allargare l’auto elettrica anche alle fasce più basse del mercato e portare in questo modo l’elettrificazione anche sulle vetture più piccole. Il problema, al momento, è rappresentato dalla concentrazione della produzione in un unico paese. Il 90% della produzione di batterie LFP è infatti concentrata nella sola Cina. Non stupisce, quindi che ad oggi il 46% del parco circolante elettrico in Cina sia proprio rappresentato da modelli alimentati a batterie al litio-ferro-fosfato.

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Batterie agli ioni di sodio

Un capitolo a parte va dedicato alle batterie agli ioni di sodio. L’applicazione di queste sulle moderne auto elettriche è ancora molto lontana, ma nonostante questo, non si tratta di una tecnologia del tutto nuova. Già negli anni Settanta, infatti, vennero avviati alcuni esperimenti per mettere a punto questo tipo di accumulatori, ma l’avvento degli ioni di litio mise un freno alla ricerca. Oggi le batterie agli ioni di sodio stanno tornando alla ribalta per diversi motivi. In primis, l’approvvigionamento delle materie prime necessarie per la produzione, che per questo tipo di batterie è molto più semplice. Questo perché la Terra è molto più ricca di sodio piuttosto che di litio e inoltre il sodio pare essere anche meno soggetto alle fluttuazioni di mercato che invece interessano il litio. Questo porterebbe anche ad un risparmio nella filiera produttiva nell’ordine del 30/50%. Le batterie agli ioni di sodio, inoltre, possono garantire migliori prestazioni a basse temperature e una maggiore durata nel tempo. Tuttavia, allo stato attuale la densità energetica, ovvero la capacità di immagazzinare energia di questo tipo di batterie è ancora molto basso, con inevitabili ripercussioni sulle performance e soprattutto sull’autonomia. I tecnici, quindi, sono attualmente al lavoro proprio per trovare il giusto equilibrio tra stabilità chimica e densità energetica per rendere questo tipo di batterie sicure ed efficienti, pronte per la prossima generazione di auto elettriche.

Pubblicato il 4 May 2022
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