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Transizione ecologica: per passare all’elettrico sono necessari 50 anni

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Pubblicato il 24 July 2023
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Secondo lo studio di Aspen Institute Italia servono 50 anni per la transizione ecologica della mobilità e bisognerà puntare anche sugli efuel

Per la completa transizione ecologica nel settore della mobilità e dei trasporti saranno necessari 50 anni e bisognerà affiancare all’elettrico altri carburanti alternativi. La previsione arriva da uno studio condotto da Aspen Institute Italia (organizzazione internazionale senza scopo di lucro), con il contributo di Shell Italia, che non risparmia critiche alle scelte dell’Unione Europea che, va ricordato, è responsabile solo dell’8% delle emissioni di CO2 a livello mondiale.

“Per favorire la riduzione delle emissioni nel breve periodo, è necessario accompagnare l’EV con tecnologie alternative quali, ad esempio, biocarburanti di ultima generazione, che non abbiano un impatto negativo sull’ecosistema e non vadano a ridurre le quote alimentari destinate ai paesi in via di sviluppo” si legge nel testo del documento elaborato da Aspen Italia, in cui viene specificato anche che “per centrare gli obiettivi climatici, con il settore della mobilità come parte importante in questo percorso, è assolutamente indispensabile un lavoro sinergico tra i vari governi, organizzazioni ed enti privati, al fine di individuare strategie per una direzione chiara e realistica senza dispersione di risorse e investimenti”.

Ben vengano i nuovi carburanti

La mobilità, sempre secondo lo studio, è uno dei comparti responsabili del maggior numero di emissioni dopo energia e industria. Per questo motivo viene sottolineata l’importanza di e-fuel e biofuel per raggiungere la decarbonizzazione dei trasporti anche dopo il 2035, anno indicato dall’Unione Europea per lo stop all’immatricolazione di nuovi veicoli a combustione. Al momento nel vecchio continente circolano circa 250 milioni di autoveicoli (secondo i dati Acea) e solo lo 0,8% sono auto elettriche pure (BEV), percentuale che sale all’1,5% includendo le ibride Plug-in (PHEV).

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“Per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione non basta disegnare scenari virtuosi e fare ipotesi poco realistiche alla luce di una non chiara e possibile evoluzione tecnologica – si legge nel testo dello studio di Aspen Italia – Sarebbe molto più saggio affidarsi a più soluzioni in modo che ci sia sempre un’alternativa in grado di farci raggiungere l’obiettivo, concentrandosi maggiormente su quelle che stanno già dando degli efficaci risultati in termini di abbattimento delle emissioni di CO2 nel settore dei trasporti”. Soluzioni alternative che hanno un nome preciso: i biocarburanti derivati da fonti pulite e rinnovabili quali alghe, rifiuti organici e piante, che hanno la capacità di abbassare sensibilmente le emissioni di CO2 rispetto ai combustibili fossili. Arriva invece, almeno per il momento, una bocciatura per gli e-fuel, ritenuti troppo costosi, a meno che non vengano incentivati la ricerca e lo sviluppo in modo da consentire economie di scala e ampliare l’offerta a prezzi ridimensionati.

Lo studio sottolinea anche un altro aspetto della questione: a causa della scarsa autonomia delle batterie e dei tempi eccessivi di ricarica dei veicoli elettrici, non sarà possibile procedere alla decarbonizzazione dell’intero settore dei trasporti, ma grazie allo sviluppo dei nuovi combustibili sarà possibile nel medio periodo riuscire a decarbonizzare anche il trasporto pesante su gomma, il trasporto aereo e quello navale.

I biofuel e le scelte dell’Italia

Aspen si trova d’accordo con la decisione dell’Italia di insistere sull’importanza dei biofuel a Bruxelles, una soluzione che permetterebbe di allungare la vita delle auto a motore endotermico, di gran lunga ancora le preferite dagli automobilisti italiani. Il costo elevato delle vetture a batteria, che si somma alla carenza delle infrastrutture e al fatto che lo sviluppo dei motori a idrogeno è nella fase iniziale, lascia pensare che la transizione verso le auto elettriche avrà bisogno di tanti anni e per questo i biocarburanti potrebbero concorrere alla riduzione delle emissioni di CO2.

“Fino a ora l’Europa ha marginalizzato, se non vietato di fatto, qualsiasi soluzione che non fosse elettrica, abbandonando il principio della neutralità tecnologica che è sempre stato il cardine delle politiche industriali europee. Non va dimenticato che, secondo gli scenari della International Energy Agency, il settore dei trasporti di merci e persone al 2040 dipenderà ancora per l’80-85% da carburanti liquidi di origine petrolifera – per quanto con una quota crescente di origine non petrolifera ma biogenica o sintetica, rispetto al 94% attuale – e che il motore a combustione interna resterà un’opzione anche nel futuro” sottolinea il lavoro presentato recentemente da Aspen Italia.

Pubblicato il 24 July 2023
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