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Come le ibride cinesi si prendono l’Europa per sfuggire ai dazi USA

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Pubblicato il 11 May 2025
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Le ibride cinesi inondano il mercato europeo. È la strategia delle Case del Paese del Dragone per reagire alle tariffe imposte dagli USA.

Arrivano le ibride cinesi. Per reagire ai super dazi imposti da Donald Trump al mercato cinese, le Case automobilistiche del Paese del Dragone corrono a vendere i loro modelli plug in sul mercato europeo.

Lo afferma l’azienda di consulenza britannica “Rho Motion” in un report pubblicato a inizio maggio. Gli analisi di Londra si sono concentrati in particolare su BYD e Chery.

I due costruttori, infatti, hanno venduto rispettivamente 3mila 269 e 757 veicoli nel Vecchio Continente a marzo 2025. Solo a luglio 2024 le vendite nello stesso settore sfioravano lo zero.

Come le ibride cinesi si prendono l'Europa per sfuggire ai dazi USA

I dazi UE sulla Cina

Il 4 luglio dello scorso anno, infatti, l’Unione Europea aveva imposto una scala di dazi (che inizialmente potevano arrivare al 37,6% poi saliti fino al 45,3%) sull’elettrico e sull’ibrido cinese per prevenire l’arrivo di centinaia di modelli a bassissimo costo che potessero minacciare l’automotive europeo, già fiaccato da cali produttivi e chiusure di stabilimenti.

Ora, però, con l’imposizione da parte degli Stati Uniti di barriere del 25% sull’automotive mondiale e del 145% su tutti i prodotti importati dalla Cina, le cose stanno cambiando.

Il riavvicinamento

Cina e EU, infatti, hanno iniziato a negoziare lo scorso aprile una distensione commerciale per avvicinarsi e far fronte comune al disastro economico che arriva dall’altra parte dell’Atlantico.

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Una prima ipotesi riguardava la definizione di prezzi minimi sulle elettriche e ibride cinesi, e il presidente Xi Jinping ha invitato la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen e il numero uno del consiglio europeo Antonio Costa a un incontro a Pechino a fine luglio per discutere di economia, commercio ed ecologia.

Sale l’export in Europa nonostante le tariffe

Per il momento, i costruttori di Pechino stanno cercando di adattarsi alla situazione: meglio le piccole tariffe europee delle maxi barriere Usa. Anche se il sovrapprezzo non è comunque indolore. BYD, ad esempio, paga il 27% sui veicoli elettrici venduti nei confini dell’Unione e il 10% sull’ibrido.

Ma questo non ha impedito alle vendite di salire: oltre all’exploit sull’ibrido, infatti, il gruppo ha anche venduto il doppio delle auto full-electric da marzo 2024 a marzo 2025 (con le vendite a 4633 unità).

Interessante anche il caso di Chery, che dopo l’arrivo delle tariffe europee vende addirittura più ibridi che elettrici sul mercato europeo. Nello specifico, 757 contro le sole 310 elettriche.

L’inversione di tendenza ha un motivo: la Casa cinese paga infatti un dazio minimo del 10% su tutti i suoi veicoli, che però va aumentato del 21,3% sulle auto elettriche.

Costi bassi e crisi del Vecchio Continente

Nonostante siano gravate dai dazi, però, le auto cinesi continuano a essere competitive. Il loro costo sul mercato, infatti, può anche essere del 30% in meno rispetto ai veicoli prodotti in Europa. Una batosta ancora più grande a un mercato già in crisi. Basti pensare al caso italiano.

Nella Penisola il calo della produzione automotive da febbraio 2024 a febbraio 2025 è del 31,3%. Con i dazi Usa e le Case del vecchio continente in crisi, dunque, è ragionevole pensare che nel giro dei prossimi decenni gli equilibri di mercato nel settore automobilistico cambieranno radicalmente.

Pubblicato il 11 May 2025
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