Dovevano fermarsi definitivamente il primo ottobre 2025, e invece no. Le auto diesel Euro 5 potranno continuare a circolare senza più vincoli di tempo. Quantomeno nelle regioni del centro-nord, e nello specifico Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto.
Si tratta di un milione di veicoli immatricolati tra il 2009 e il 2015, che grazie a un emendamento al DL Infrastrutture approvato dalle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera non subiranno limitazioni sul breve termine.
Il secondo rinvio dello stop ai diesel euro 5
Si tratta del secondo rinvio. Inizialmente, infatti, i diesel Euro 5 dovevano fermarsi nel 2024. La misura era prevista da una normativa europea per la qualità dell’aria che mirava, tra le altre cose, a ridurre il PM10 e il diossido di azoto nell’area della Pianura Padana, che assieme al sud della Polonia è la più inquinata d’Europa.
Quest’anno, però, oltre al rinvio c’è anche una novità: la limitazione verrà applicata in primis ai comuni con più di 100.000 abitanti (e non 30.000 come previsto inizialmente).
Graziati gli automobilisti delle regioni del nord
Ma perché il rinvio del blocco definitivo riguarda solo alcune regioni del nord? Secondo l’emendamento al DL Infrastrutture, infatti, la misura rinvia solo fino a ottobre 2026 lo stop in tutta Italia.
Dall’altra parte, l’emendamento consente alle Regioni che lo desiderassero di continuare a permettere ai diesel euro 5 di circolare anche dopo quella data se inseriranno misure compensative efficaci su efficienza energetica, verde urbano e mobilità sostenibile.
Le dichiarazioni della politica sul blocco diesel euro 5
Il vicepremier e ministro l’ha definita “una scelta di buon senso” per evitare “una follia economica e industriale che avrebbe penalizzato famiglie e imprese”.
“È una buona notizia che punta a tutelare l’ambiente – ha invece detto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – garantendo analoghi effetti sulla qualità dell’aria senza bloccare le auto e senza penalizzare famiglie e imprese”.
E così, le Regioni guidate dal centrodestra hanno preso la palla al balzo, allungando i tempi per lo stop, mentre l’Emilia-Romagna, guidata dal centro sinistra, ha invece dichiarato di volersi accodare a loro.