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Il contenimento del peso come chiave per inquinare meno

NewsMobilità Sostenibile
Pubblicato il 18 July 2023
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Per ridurre le emissioni di CO2 non basta produrre motori più puliti. Anche il contenimento del peso delle auto più contribuire a tale scopo

Automobili e bilancia: gioie e dolori. L’aumento della tecnologia, con un ricorso sempre maggiore all’uso di infotainment e sistemi di sicurezza attiva e passiva, ha fatto lievitare il peso e le dimensioni delle vetture attuali, sia elettriche che a motore endotermico. Il problema del contenimento del peso è quanto mai di attualità, soprattutto con il diffondersi della produzione delle vetture a batteria e in un periodo, come quello attuale, in cui l’industria dell’automobile è alla ricerca del contenimento delle emissioni di CO2: una maggiore leggerezza è sinonimo di meno energia necessaria per spostarsi e, di conseguenza, anche emissioni e consumi ridotti. Nel caso dei veicoli elettrici, l’eccessivo peso delle batterie è un grande limite all’autonomia, ma non solo: fabbricare auto più leggere oltre a far diminuire emissioni e consumi, permette anche di utilizzare meno materiali, con ulteriori risparmi per i costruttori.

Obiettivo: abbattere le CO2

La decisione di voler abbassare l’impronta di carbonio in tutta la filiera produttiva dell’auto e non soltanto su strada, ha portato a un cambiamento netto nel modo di concepire le vetture. Oggi le materie prime impiegate nella costruzione dei veicoli sono valutate non solo in base al costo, ma anche al quantitativo di CO2 prodotto durante i procedimenti di estrazione e lavorazione. Alla luce di questa nuova maniera di pensare le automobili, la riduzione del peso diventa doppiamente importante: all’economia di marcia si aggiunge la necessità di abbassare la soglia di CO2 per ogni vettura prodotta. Per questo motivo è aumentato l’impiego di materiali riciclati. Per produrre un chilo di acciaio con il metodo tradizionale dell’altoforno vengono immessi due chili di CO2, mentre se si usa acciaio riciclato per fusione con arco voltaico e ossigeno, la soglia scende a 400-500 grammi, quattro o cinque volte meno.

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Batterie, piattaforme e motori più snelli

Come detto, il minore peso delle automobili è uno degli obiettivi principali delle case costruttrici, alla ricerca di modelli con autonomia maggiore e dai costi di produzione contenuti, ma senza ricorrere all’impiego di tecnologie costose, per poterle rivendere a prezzi non proibitivi. Non è facile far quadrare i conti, anche se non mancano esempi che vanno in questa direzione. Renault ha fatto sapere che la Renault 5 elettrica, in uscita a breve, è costruita con tecnologie che la rendono più efficiente e a prezzi accessibili. Il marchio francese ha ideato pack batteria formati da quattro grandi moduli meno voluminosi e quindi più facili da integrare nella struttura, facendo calare il peso del 15% rispetto alle prime elettriche come la Zoe, con conseguente risparmio di materiale per involucri e struttura di supporto.

A “dieta” anche il motore, fabbricato con la tecnologia dei rotori avvolti e senza ricorrere all’utilizzo di metalli rari, che pesa 20 kg in meno di uno a magneti permanenti e consente di tagliare molta CO2 del processo produttivo dei materiali più pregiati. A questo bisogna aggiungere l’utilizzo della piattaforma flessibile CMFB-EV, che garantisce l’ottimizzazione di costi e componenti dato che è condivisa con altri modelli, abbattendo i costi del 30%.

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Meno metallo e nuovi materiali le altre soluzioni

Anche altri costruttori puntano sulla riduzione del peso, soprattutto nelle fasce più accessibili del mercato. Dacia è impegnata nell’utilizzo di materiali per diminuire l’impatto delle auto sull’ambiente, senza far lievitare i costi, idea anticipata dalla concept car Manifesto presentata l’anno scorso, che sarà messa in pratica con la prossima Dacia Duster. Stessa filosofia anche per Citroen: il concept B-suv elettrico Oli impiega pannelli con struttura interna in cartone pressato e la struttura è pensata per limitare al massimo la quantità di metallo impiegato, in modo da ricavare le migliori prestazioni possibili da batterie di misura contenuta.

Oli avrebbe un costo teorico di soli 25.000 euro, come un B-suv a motore endotermico, se dovesse entrare in produzione. Il peso contenuto, solo una tonnellata, gli permette di avere 400 km di autonomia con una batteria da soli 40 kWh, con pochi limiti, tra cui la velocità massima limitata a 110 km/h.

Pubblicato il 18 July 2023
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