Home \ News \ Plastiche riciclate: sempre più presenti in auto

Plastiche riciclate: sempre più presenti in auto

NewsCuriosità
Pubblicato il 6 September 2023
Condividi
Le plastiche riciclate sono sempre più presenti a bordo delle automobili. Ottenute da materiali di recupero, permettono di abbattere la CO2

La plastica riciclata entra nel mondo automotive e si accomoda a bordo di un numero sempre crescente di veicoli. Merito anche di nuove norme e leggi che stabiliscono l’aumento dell’impiego di materiali riciclati e riciclabili per la realizzazione delle nuove auto.

Alla luce di questi cambiamenti, sempre più case automobilistiche si sono impegnate in campagne per la pulizia di oceani e ambienti naturali dai rifiuti in plastica, con lo scopo sia di reperire la materia prima per la produzione di auto, sia per dare un’immagine più ecologica ai prodotti. In più grazie all’aumento della domanda, è cresciuta anche la capacità di recuperare rifiuti che fino a poco tempo fa erano difficili da smaltire.

Con il riciclo diminuisce anche la CO2

L’abbandono dell’impiego dei materiali di origine animale, come la pelle naturale, per far posto a tessuti sintetici interamente riciclati, nella realizzazione di alcune vetture ha portato vari benefici per le case automobilistiche. Dall’inizio di quest’anno tutte le auto elettriche Volkswagen I.D. hanno rivestimenti in tessuto Seaqual, ottenuto da materiali recuperati in mare e pet riciclato da bottiglie di plastica: questo processo produttivo, secondo il gruppo tedesco, genera oltre il 30% di emissioni in meno rispetto al ricorso ai tessuti e ai rivestimenti classici.

Anche Seat, Skoda e Dacia hanno seguito questa strada. In particolare Dacia ha fatto sapere che nella futura generazione di Duster, la percentuale di plastica riciclata impiegata salirà dall’attuale 12% al 20% e che contribuirà a far risparmiare sulle emissioni di CO2 e sulle materie prime, permettendo al marchio del gruppo Renault di contenere i costi. Hyundai ha da tempo abbracciato la svolta etica, prendendo parte al programma Healthy Seas, che organizza spedizioni con sommozzatori volontari per ripulire interi tratti di coste e fondali marini da vecchie reti da pesca abbandonate, che vengono impiegate per ottenere filati sintetici da usare nei rivestimenti di alcune auto, come le elettriche della famiglia Ioniq.

Renault Scenic: prezzi, dimensioni e caratteristiche 12

Prossimo obiettivo, il recupero delle plastiche più complesse

Al momento la maggior parte della plastica riciclata è il PET (polietilene tereftalato), un poliestere ampiamente diffuso e usato nella realizzazione di bottiglie e di altri contenitori a uso alimentare. Ma ci sono contenitori, come i flaconi e altri tipi di imballaggi, formati da plastiche di diversa composizione che fino a poco fa era impossibile recuperare. La crescente richiesta di materiali di riciclo, ha portato vari ricercatori a studiare soluzioni per riuscire a recuperare anche le plastiche dalla composizione più complessa: un articolo pubblicato da poco su Innovation News Network parla di varie ricerche in atto. Le plastiche a bassa qualità vengono trattate con processi chimici che estraggono biogas e trasformano il resto in materiale base per usi edilizi (asfalto e fondi stradali); a questo vanno aggiunte alcune ricerche per estrarre materiali riutilizzabili da plastiche non compatibili con i processi di riciclo utilizzati fino a ora.

Gli esperti dell’università dello stato dell’Iowa stanno portano avanti un processo, finanziato con il contributo triennale di 2,5 milioni di dollari dal Dipartimento dell’Energia degli Usa, che si basa sul plasma con cui scomporre e rendere recuperabili alcune materie plastiche. La tecnica sviluppata dai ricercatori statunitensi impiega un campo elettrico per caricare gli elettroni e utilizzarli come proiettili per spezzare i legami chimici tra le materie di base e trasformare pellicole di plastica monouso come sacchetti, imballaggi e contenitori per alimenti in materiale plastico biodegradabile riutilizzabile nei processi industriali, ottenendo risparmi in termini economici e di emissioni di CO2.

Pubblicato il 6 September 2023
Condividi