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Trazione auto: le differenze fra anteriore, posteriore e integrale

Cura & ManutenzioneCome funziona?
Pubblicato il 25 September 2022
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Vediamo tutte le differenze tra i vari tipi di trazione esistenti.

Fra le scelte tecniche e di meccanica più importanti da fare quando si acquista una vettura c’è di certo quella riguardante il tipo di trazione. Con questo termine si indica infatti il tipo di trasmissione della forza motrice di un veicolo che dal motore viene inviata alle ruote. In base agli utilizzi e al tipo di tracciato che si immagina di percorrere più spesso, si può optare per diversi tipi di trazione.

La soluzione più comune, adottata sulla maggioranza delle vetture in commercio, è la trazione anteriore, mentre la trazione posteriore è tipica delle vetture sportive. La trazione integrale, infine, è invece dedicata a quei veicoli utilizzati prevalentemente su terreni accidentati. I powetrain elettrici, infine, offrono ai clienti del mercato attuale soluzioni innovative e aggiornate per una trazione integrale senza l’impiego di un albero di trasmissione.

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Trazione anteriore

Quando si parla di trazione anteriore si intende tutta quella tipologia di automobili che trasmettono la forza motrice direttamente alle ruote anteriori. Pioniera in questa tecnologia è stata la Citroen con la Traction Avant degli anni trenta.

Tra i vantaggi offerti dalla trazione anteriore si riscontra in primo piano un minor peso rispetto ad una vettura dotata di trazione posteriore o trazione integrale. La minor incidenza sulla bilancia è dovuta all’assenza dell’albero di trasmissione fondamentale per trasmettere il moto dal propulsore alle ruote posteriori.

Altro vantaggio, poi, è dato dalla maggiore facilità di ripresa del controllo del veicolo in situazioni non estreme. Le auto a trazione anteriore, infatti, sono maggiormente sottosterzanti e consentono anche ai guidatori meno esperti di riuscire a controllare con più facilità la vettura.

Tra gli svantaggi propri della auto a trazione anteriore, invece, si segnala un diametro di sterzata maggiore rispetto a quelle dotate di trazione posteriore. Questo è dovuto alla presenza dei bracci di trasmissione sulle ruote motrici che limitano la direzionalità delle stesse in senso trasversale.

Infine, altro svantaggio della trazione anteriore è il maggior consumo degli pneumatici anteriori e, in presenza di vetture particolarmente potenti, la perdita di trazione in fase di accelerazione. In questo caso, a seguito del trasferimento di carico sull’asse posteriore, diminuisce l’aderenza su quello anteriore.

Trazione posteriore

Quando si parla di trazione posteriore ci si riferisce a tutte quelle vetture dove – a prescindere dalla posizione del motore – la ripartizione della potenza viene inviata esclusivamente all’asse del retrotreno.

La trazione posteriore è una soluzione tecnica adottata soprattutto sulle vetture sportive perché garantisce più aderenza, specialmente in salita o in accelerazione, aumentando il carico sulle ruote posteriori. I guidatori maggiormente esperti apprezzano la trazione posteriore perché consente loro un migliore controllo della vettura.

Tra gli svantaggi della trazione posteriore si segnala la maggiore deriva del retrotreno, o al limite una perdita di aderenza, che porta al sovrasterzo in presenza di asfalto con poco grip o in caso di forti accelerazioni laterali. I guidatori più smaliziati potranno reagire a questi imprevisti utilizzando l’arte del controsterzo per far controllare la deriva della vettura. Altro svantaggio di un’auto dotato di trazione posteriore – speculare al vantaggio considerato per quella anteriore – è dato dal maggior peso dovuto alla presenza dell’albero di trasmissione.

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Trazione integrale

I veicoli dotati di trazione integrale sono tutte quelle vetture nelle quali la ripartizione della coppia motrice viene inviata a tutte e quattro le ruote. Solitamente questa scelta tecnica è riservata ai fuoristrada o ai SUV, vetture che puntano infatti  sulla maggiore adattabilità a tracciati con terreni sconnessi o con scarsa aderenza. La trazione integrale permette di guidare con maggiore facilità anche in presenza di ghiaccio, fango e sabbia, quando cioè le auto normali non avrebbero presa.

Le auto a trazione integrale si dividono poi in diverse categorie: ci sono quelle a trazione integrale permanente, quelle a trazione integrale inseribile manualmente e quelle a trazione integrale ad innesto automatico nelle quali è la centralina a decidere quando e quanta coppia mandare al secondo assale.

Le marce ridotte

 Particolarmente utilizzate sui fuoristrada a trazione integrale “classica”, le marce più corte servono ad aumentare la coppia che arriva alle ruote, soprattutto in situazioni estreme. Questa tipologia di marcia è assente su SUV e crossover contemporanei perché è difficile che tornino utili in condizioni di utilizzo abituale e quotidiano.

Fa tutto l’elettronica

Lo sviluppo della tecnologia nelle centraline elettroniche e dei differenziali a controllo elettronico ha permesso alle auto a trazione integrale di funzionare come delle normali trazioni anteriori (o posteriori) nella stragrande maggioranza dei casi, trasferendo, attraverso l’intervento di una frizione, la coppia alle ruote dell’asse normalmente non utilizzato. Questo permette di consumare meno in tutte quelle condizioni nelle quali la trazione sulle quattro ruote non è necessaria, e di massimizzarne i vantaggi quando invece questa è richiesta.

I vantaggi e gli svantaggi della trazione integrale

 

Fra i pro troviamo sicuramente una maggiore sicurezza, data da una più marcata tenuta di strada. Secondariamente, l’utilizzo della trazione integrale permette una maggiore versatilità anche in condizioni meteo difficili. Inoltre, potendo trasferire la coppia motrice all’asse che in ripartenza sostiene la maggior parte della massa dell’auto, si massimizzano le prestazioni in accelerazione.

D’altro canto, ci sono dei contro. Innanzitutto, la trazione integrale comporta un maggior peso dell’auto e quindi maggiori consumi. Il lavoro meccanico necessario ha poi un costo, che si riflette sul listino. Ma anche la manutenzione può pesare, visto che il tagliando per questo tipo di vetture è più costoso e che il numero di parti esposte ad usura col tempo aumenta.

In generale, conviene evitare un’auto a trazione integrale se si utilizza l’auto quotidianamente e principalmente in autostrada. Se invece si predilige una guida sportiva, con performance quasi da pista, o se si vuole essere pronti a partire con qualunque condizione meteo, allora la trazione integrale sarà una scelta azzeccata. Se si pratica il fuoristrada o si lavora costantemente lontano dalle strade asfaltate, infine, l’auto 4×4 sarà una scelta praticamente obbligata.

Trazione integrale elettrica

Gestire la trazione con due o più propulsori, anche elettrici, permette una versatilità e una varietà di impiego notevole. Perciò diverse vetture puntano su diversi powertrain e sistemi di controllo della trazione integrale elettrica, decidendo come far “dialogare” i due motori in base a diverse esigenze e obiettivi. Illustriamo quindi di seguito brevemente il funzionamento di questi sistemi su una Jeep, su una Tesla e su una Nissan.

Per quanto riguarda il cosiddetto 4xe, ovvero il sistema di elettrificazione di Jeep, Compass e Renegade sono equipaggiate con un sistema ibrido composto da un 1.3 litri turbo benzina che funziona in coppia con un secondo motore elettrico posto sul retrotreno con differenziale integrato. I due motori si coordinano grazie all’elettronica di gestione. A seconda delle condizioni di guida, il motore distribuisce coppia ai due assi, automaticamente, risultando in una trazione integrale cosiddetta elettrica. Nel caso in cui la batteria si scarichi, sarà possibile continuare ad utilizzare la trazione integrale a patto di consumare più carburante, il quale servirà a far funzionare il motore termico come motogeneratore per quello elettrico.

Trazione anteriore, posteriore, doppia e integrale: scopriamo le differenze 3

Passando alla trazione integrale elettrica secondo Tesla, gli ingegneri del marchio USA hanno recentemente progettato un software di controllo del motore per scegliere in maniera dinamica quale motore impiegare in ogni dato momento. Per questo la trazione integrale di Tesla non è sempre attiva, si avvia o si disinnesca al variare delle condizioni, per esempio di pendenza. Quando la situazione ritorna alla normalità, la trazione torna ad essere anteriore, per risparmiare energia utile ad aumentare l’autonomia.

Trazione anteriore, posteriore, doppia e integrale: scopriamo le differenze 2

Ancora più innovativa è la trazione integrale di cui sarà dotata la prossima Nissan Ariya, la cosiddetta e-4ORCE, che punta non solo ad aumentare la sicurezza, ma anche la comodità di tutti i passeggeri. Uno dei problemi che si incontrano nel gestire le fasi di accelerazione e di decelerazione è sicuramente rappresentato dal beccheggio, l’oscillazione dell’auto verso l’anteriore o il posteriore. Il disagio provocato è ancora più accentuato quando ci si trova su veicoli a ruote alte con assetti morbidi e sbalzi accentuati. Per ovviare a questo problema, per il suo SUV 100% elettrico, Nissan ha elaborato un sistema di trazione integrale elettrica che gestisce automaticamente la ripartizione di coppia e frenata rigenerativa. In base a diversi parametri, l’invio di cavalli e coppia ad ogni motore viene regolato per rendere il più equilibrato possibile l’assetto e bilanciare i trasferimenti di carico.

Trazione anteriore, posteriore, doppia e integrale: scopriamo le differenze 1

Pubblicato il 25 September 2022
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