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CO2: l’inquinamento arriva anche da gomme e freni

NewsCuriosità
Pubblicato il 6 September 2023
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Le emissioni di CO2 non passano solo dal lavoro del motore di un’auto, ma anche dall’usura di gomme e freni. Ma esistono alcune soluzioni

Il mondo ha dichiarato guerra, già da tempo, alle emissioni di CO2 additandole come principali responsabili di qualunque forma di inquinamento presente sul pianeta: per questo motivo praticamente ogni giorno spuntano soluzioni più o meno realizzabili per ridurle e azzerarle. In realtà la questione è molto più complessa e riguarda anche il settore automotive: le sostanze inquinanti rilasciate dai veicoli vanno ben oltre l’anidride carbonica e riguardano anche le polveri sottili, le cui emissioni continuano anche con il passaggio alla mobilità elettrica.

Fermo restando che idrocarburi incombusti e particolato vengono rilasciati principalmente bruciando i derivati del petrolio nei motori a combustione, va sottolineato come i veicoli producano sostanze nocive anche tramite il consumo di materiali di attrito come pneumatici e freni, che non risparmia minimamente le auto elettriche.

Una soluzione che arriva dallo spazio

Se l’obiettivo è ripulire davvero l’aria delle città, vietare i motori endotermici ed eliminare benzina e gasolio non è sufficiente per risolvere il problema, ma bisogna far sì che le particelle derivate dall’usura di freni e pneumatici non si diffondano nell’atmosfera. Gli esperti si sono messi al lavoro già da tempo per mettere a punto filtri capaci di intrappolare le particelle fin da subito, dal momento del loro distacco: anni fa alcuni studenti universitari hanno messo a punto un dispositivo da mettere dietro le ruote dei veicoli per recuperare il materiale invisibile e inquinante grazie all’elettricità statica. Ultimamente questa soluzione è stata sviluppata in grande stile dalla DLR, l’agenzia aerospaziale tedesca, insieme all’azienda automotive HWA: i due partner dovrebbero aver messo a punto un sistema per azzerare sul serio le emissioni complessive dei veicoli.

Quanto durano gli pneumatici e quando è necessario sostituirli?

DLR e HWA, grazie ai 6 milioni di euro di finanziamento del Ministero dell’Economia, del Lavoro e del Turismo dello stato del Baden Wurttemberg, hanno sviluppato un veicolo dimostrativo denominato Zero Emission Drive Unit-1 (ZEDU-1), equipaggiato con un sistema che impedisce la diffusione di ogni tipo di particella inquinante. Il funzionamento è semplice: le ruote sono incapsulate con una speciale copertura dotata di particolari serbatoi che raccolgono le polveri sottili provenienti da dischi, pastiglie dei freni e pneumatici. Stando ai dati dello studio, solamente in Germania in un anno vengono prodotte più o meno 110.000 tonnellate di polveri sottili che vanno a finire nel sistema fognario e, successivamente, nell’ambiente. Il prototipo ha un aspetto avveniristico e sembra un’auto di un film di fantascienza, ma gli esperti assicurano che la tecnologia utilizzata è facilmente applicabile su automobili e veicoli commerciali di futura produzione.

Anche Audi testa la pulizia

La casa automobilistica tedesca si è mossa nella stessa direzione di DLR e HWA e ha sviluppato una soluzione per ridurre le particelle emesse dalle vetture. I tecnici di Audi hanno posizionato, nella parte frontale delle vetture, un filtro in grado di intrappolare le particelle già presenti nell’aria. Il marchio tedesco ha fissato in quattro anni il tempo della sperimentazione e conta di iniziare la produzione di questo dispositivo, che sarebbe capace di ripulire anche le polveri rilasciate da altre tre automobili.

Pubblicato il 6 September 2023
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