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Energia pulita: i costruttori automobilistici se la fanno da soli

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Pubblicato il 9 October 2023
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Molti costruttori stanno lavorando alla messa a punto di impianti di produzione di energia pulita di proprietà. Ecco i più interessanti

Decarbonizzazione e indipendenza energetica sono due facce della stessa medaglia per l’industria, anche quella automotive. Negli ultimi anni un numero sempre maggiore di costruttori si sta avvicinando all’obiettivo della neutralità carbonica grazie all’energia elettrica derivata da fonti rinnovabili comprata da fornitori che ne certificano l’origine “pulita” come biogas, parchi eolici e fotovoltaici, centrali eoliche e geotermiche.

Accanto a questo approvvigionamento, le case automobilistiche hanno investito anche nella creazione e nell’ampliamento dei propri impianti per autoprodurre più energia sostenibile possibile: anche l’energia ha un’impronta di carbonio, derivante dalla fonte dalla quale si ottiene e di conseguenza concorre a definire l’impronta dell’azienda che la utilizza. In più, come è facile intuire, l’autoproduzione ha anche altri vantaggi, specialmente in piena transizione elettrica (che porterà inevitabilmente a un fabbisogno maggiore di energia): permette alle imprese di ovviare a eventuali carenze di rifornimenti e le mette al riparo da possibili oscillazioni dei prezzi dell’energia.

Motivazioni più che sufficienti per spingere le aziende a produrre energia a impatto zero in proprio, con solare ed eolico come soluzioni più gettonate fino a ora: i tetti e le aree in prossimità di sedi, fabbriche e centri logistici vedono la presenza massiccia di pannelli che hanno il compito di sostenere le attività interne e alimentare flotte e veicoli.

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Le soluzioni adottate da Ford, Ferrari e Toyota

Ford punta a rendere 100% carbon neutral l’intera produzione europea e ha azionato un nuovo parco solare nell’area dell’impianto spagnolo di Almussafes, vicino a Valencia, con una capacità iniziale di 2,8 megawatt che saliranno a 5 entro la fine dell’anno e raddoppieranno nel 2024. L’anno scorso Ferrari ha aperto la prima sezione di un nuovo impianto fotovoltaico da oltre 3.800 moduli complessivi sul tetto della fabbrica di Maranello, che va ad affiancarsi a un sistema di generazione a celle di combustibile. Lo storico marchio vuole ottenere la neutralità carbonica nel 2030 e ha intenzione di raggiungere quota 1,5 gigawatt di energia prodotta in proprio.

Non è da meno Toyota, che ha dato una svolta ambientalista anche alle proprie sedi che si trovano al di fuori dell’Europa. Nel 2020 il colosso giapponese ha ultimato la conversione di un edificio inutilizzato, nel proprio complesso australiano di Altona, in un polo per la produzione di idrogeno totalmente alimentato da fonti rinnovabili, a partire dall’energia solare.

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Anche Mercedes pensa in grande

Il marchio tedesco, l’anno prossimo, inserirà 20 pale eoliche nel comprensorio della propria area prove a Papenburg, nel nord della Germania. La capacità totale del complesso sarà di circa 120 Megawatt e, secondo i calcoli degli esperti, a partire dal 2026, anno in cui sarà a pieno regime, sarà in grado di coprire più o meno il 20% del fabbisogno energetico di tutte le attività Mercedes in Germania. Oltre alle pale eoliche, il brand tedesco valuta anche l’inserimento, sempre nello stesso impianto che si sviluppa in un’area verde di 800 ettari, di un sistema di pannelli fotovoltaici. L’obiettivo è molto ambizioso: ridurre, da qui al 2030, le emissioni medie di CO2 per veicolo prodotto del 50% rispetto al 2020; mentre per il 2039 vuole avere il 100% di energie rinnovabili nei propri stabilimenti.

Mercedes dichiara, inoltre, che le proprie fabbriche producono con un bilancio di CO2 neutro già da inizio 2022 e che attualmente circa il 45% del consumo totale di energia nella produzione è coperto da elettricità derivata da fonti rinnovabili. Inoltre, grazie alla prossima installazione di un milione di metri quadri di pannelli solari nei vari stabilimenti, in grado di produrre fino a 140 MW, la quota di rinnovabili nel consumo totale di energia dei siti produttivi è destinata a salire fino al 70% entro il 2030.

Pubblicato il 9 October 2023
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