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Renault: l’elettrificazione passa anche per i retrofit

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Pubblicato il 4 September 2023
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Per velocizzare il processo di elettrificazione e svecchiamento del parco circolante, Renault ha pensato ad una soluzione diversa: il retrofit

Il futuro dell’auto è ormai segnato. Sarà elettrico e su questo non si discute. Il problema però, come è facile immaginare, è che i vari Paesi non sono allo stesso livello e hanno risorse e disponibilità economiche molto diverse tra loro: per questo il passaggio all’elettrico va avanti a ritmi completamente differenti. La transizione energetica ha ovviamente costi sostenuti, che le case automobilistiche da sole non possono sostenere: oggi le auto elettriche hanno un prezzo molto elevato e proprio per questo la loro penetrazione nel mercato risulta ancora piuttosto complessa.

Ma la necessità aguzza l’ingegno e alcuni costruttori hanno già iniziato a percorrere strade alternative e più economiche, per sé e per gli automobilisti, all’acquisto di veicoli nuovi a batteria: la conversione in elettrico dei mezzi più datati potrebbe accelerare la transizione, soprattutto in alcuni settori come il trasporto merci.

L’Italia va a rilento

Il nostro Paese, se paragonato alle nazioni del Nord Europa, è nettamente indietro nel percorso di transizione elettrica: il rinnovo del parco circolante procede lentamente e, di conseguenza, anche la decarbonizzazione dei trasporti a medio e lungo termine è indietro sulla tabella di marcia. L’ostacolo più grande da superare resta l’elevato costo dei veicoli, che resta proibitivo per le tasche di tantissimi italiani nonostante gli incentivi statali. Da qui la scelta, da parte di alcune case automobilistiche, di trasformare in elettrico i vecchi mezzi a motore endotermico: un modo per ringiovanire il parco auto a costi molto più contenuti rispetto all’acquisto di un veicolo nuovo a batteria.

Renault 5: prezzo, dimensioni e caratteristiche 20

Renault in prima fila

Il gruppo Renault è stato il primo costruttore a optare per questa soluzione, che fa parte della nuova politica basata sul mantenimento del valore nel tempo dei propri veicoli. La casa francese ha deciso di investire in processi per allungare la vita dei mezzi: aggiornamento, efficientamento e manutenzione avanzata nel lungo periodo al posto della produzione di nuovi veicoli. È una filosofia completamente inedita che pone al centro di tutto il risparmio e l’ottimizzazione delle risorse, con l’obiettivo di contenere il fabbisogno di materie prime e mettere a punto un’economia circolare basata sul riutilizzo prima che sul riciclo e recupero.

Il nuovo piano di Renault si chiama Refactory e prevede la trasformazione degli impianti di Flins e Siviglia in laboratori specializzati nel trasformare in elettrico i veicoli a combustione e aggiornarne le dotazioni di sicurezza e connettività, per farli rientrare negli standard attuali. Da poco anche Stellantis ha scelto la via della conversione dei vecchi mezzi, focalizzando i propri sforzi, almeno nelle prime fasi, sui veicoli commerciali leggeri. Il gruppo italo-francese, insieme a Qinomic, è all’opera per costruire alcuni kit retrofit da immettere sul mercato a partire dal prossimo anno: si comincia dalla Francia, con l’obiettivo di trasformare in elettrico i veicoli più diffusi.

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Un taglio alle emissioni di CO2

La conversione dei mezzi più datati porta alla riduzione delle emissioni in vari contesti: per prima cosa in città, visto che la maggior parte dei veicoli commerciali leggeri a batteria si muove principalmente in un contesto urbano; ma la richiesta inferiore di materiali e componenti nella produzione di veicoli nuovi, può far abbassare le emissioni in tutta la filiera produttiva. La trasformazione dei mezzi più vecchi permette anche di contenere l’inquinamento causato dal loro smaltimento a fine vita e può essere anche una spinta per gli automobilisti per abbracciare la mobilità elettrica a costi molto più contenuti rispetto all’acquisto di un veicolo nuovo.

Pubblicato il 4 September 2023
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