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Hyundai: per abbattere le emissioni bisogna puntare sui materiali riciclati

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Pubblicato il 14 October 2021
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Hyundai è tra i brand più attivi sul fronte del riciclo dei materiali per la produzione delle proprie vetture, ma non è l’unica

I motori a zero emissioni da soli non sono sufficienti per la svolta green nel mondo dell’auto e a puntare così ad un futuro carbon free. Un’auto si può definire davvero green solo se si considera la sua intera filiera produttiva, compresi scarti, rifiuti ed energie rinnovabili utilizzate per la produzione.

Obiettivo 100% rinnovabili entro il 2050

L’intero gruppo Hyundai, di cui fanno parte Hyundai Motor e Kia, ha annunciato l’adesione al RE100, il progetto creato nel 2014 da The Climate Group e CDP (Carbon Disclosure Project) per promuovere l’utilizzo da parte delle aziende di elettricità “verde” per il proprio fabbisogno giornaliero. Hyundai andrà così a unirsi a 300 società globali, con l’obiettivo di arrivare al 100% di utilizzo di energia rinnovabile entro il 2050, ma con la possibilità di centrare il risultato nel 2040. Il gruppo coreano sta prendendo in considerazione varie strategie di approvvigionamento di energia sostenibile: accordi di acquisto con produttori di energia eolica e solare, acquisti tramite il programma “Green Premium” di Korea Electric Power Corporation e, ovviamente, l’autoproduzione attraverso pannelli solari.

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Stabilimenti sempre più “puliti”

Già nel 2013 Hyundai ha installato impianti di energia solare a tetto nello stabilimento di Asan, in Corea, in grado di produrre 13.000 MWh all’anno. Nel 2020 lo stesso impianto è stato montato anche nella fabbrica di Ulsan, grazie a Korea Hydro & Nuclear Power Company, con 12.500 MWh di energia elettrica prodotta. Kia non è da meno: l’impianto di produzione a Zilina, in Slovacchia, dal 2019 si sta convertendo all’energia rinnovabile, mentre gli stabilimenti coreani di Gwangmyeong, Hwaseong e Gwangju hanno ottenuto le certificazioni ISO50001. Stesso discorso per Hyundai Mobis, la divisione di ricambi per veicoli, che è passata a fonti di energia rinnovabile per i propri siti produttivi in Slovacchia e in Svezia e ha fondato il Global Mobis Energy Management System (GMEMS) in Corea per ridurre il consumo di energia.

I rifiuti si recuperano dal mare

Il recupero dei rifiuti marini che possono essere riciclati dando vita a nuovi materiali, secondo un modello di economia circolare, ricopre un ruolo fondamentale per raggiungere una maggiore sostenibilità nel ciclo produttivo. Hyundai ha deciso di collaborare da inizio 2021 con l’associazione olandese Healthy Seas: insieme hanno ripulito le acque in un allevamento abbandonato a Itaca, in Grecia. L’operazione di raccolta rifiuti ha impiegato 40 volontari che in otto giorni sono riusciti a rimuovere 76 tonnellate di scarti dal mare, dalla costa e dalle spiagge. L’allevamento ittico, abbandonato nel 2012, era stato colpito nel 2020 da una tempesta che ha riversato in mare rifiuti industriali come tubi di plastica, reti da pesca, corde di nylon, boe di plastica, blocchi di cemento, detriti metallici e altro.

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Econyl per gli interni

I rifiuti sono stati smistati in un punto di raccolta vicino ad Atene per essere riciclati in nuovi materiali dall’organizzazione Aquafil. Le reti da pesca in nylon, con altri scarti simili, saranno convertiti in Econyl, che può essere riavviato alla produzione all’infinito. Questo materiale nuovo può essere utilizzato anche per i rivestimenti interni dei veicoli: la nuova Hyundai Ioniq 5, ad esempio, può essere ordinata in Europa con tappetini in nylon Econyl. Non solo, nella nuova gamma di auto elettriche, la casa coreana ha deciso di ridurre l’utilizzo di plastica del 20%: per gli interni sarà impiegata plastica riciclata, mischiata con polvere di legno e pietre vulcaniche.

Non solo Hyundai

Ma Hyundai non è l’unico produttore a puntare su soluzioni a basso impatto ambientale per la produzione dei propri modelli. Sempre più costruttori, infatti, stanno modificando i propri processi produttivi e scegliendo materiali ecocompatibili per varie componenti dei loro modelli.

  • BMW i3 : i tedeschi sono stati tra i primi a puntare su auto “green”, con veicoli totalmente elettrici e con interni 100% ecologici, come la i3 del 2013. Oggi la nuova i3 è dotata di interni composti principalmente di kenaf, un materiale leggero derivato dalla pianta di malva: i sedili sono di legno sostenibile, mentre il pannello di controllo è rifinito in eucalipto.

 

  • Lancia Ypsilon: i sedili della nuova Lancia Ypsilon Ecochic sono in tessuto Seaqual Yarin, materiale innovativo e sostenibile derivato dalla plastica raccolta nel Mediterraneo. Si tratta di un filato in poliestere che, durante la tessitura, viene mixato con altre fibre ecologiche riciclate o recuperate.

 

  • Renault Zoe: l’abitacolo della Renault Zoe è composto da materiali derivati da cinture di sicurezza riciclate, scarti di tessuto e bottiglie di plastica recuperate.

 

  • Ford Eco Sport: l’ultima generazione della Ford Eco Sport si caratterizza per l’abitacolo costituito da molte componenti in plastica riciclata e per i tappetini realizzati riutilizzando vecchie bottigliette.

 

  • Polestar 2: il marchio spin-off di Volvo utilizza materiali riciclati nella produzione della nuova Model 2. L’abitacolo è composto solo da fibre naturali: i sedili sono fatti partendo da bottiglie di plastica riciclate, i tappetini dal riciclo di reti da pesca, mentre il resto degli interni da scarti di plastica della produzione di sughero.
Pubblicato il 14 October 2021
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