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Motori diesel: tutto quello che c’è da sapere

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Pubblicato il 22 February 2021
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Motori diesel: ecco le famiglie di quelli più efficienti e con ridotte emissioni.

È arrivata la fine per i motori diesel? Le sempre più stringenti normative comunitarie hanno spinto i costruttori ad abbandonare questa tecnologia considerata eccessivamente inquinante per abbracciare l’elettrico, ma è indubbio che al momento i motori diesel si rivelino la scelta ideale per chi è obbligato a percorrenze chilometriche impegnative. Vediamo quali sono i migliori modelli in commercio.

INDICE
 Funzionamento del motore diesel
 Motore diesel a 2 tempi vs motore diesel a 4 tempi
 Tipologie motori diesel
 Miglior motore diesel
 Motore ibrido diesel
 Motori diesel: il futuro
 Motori diesel euro 6

Il motore diesel ha un funzionamento differente da quello alimentato a benzina. Il concetto di base del funzionamento del motore Diesel è che quando un gas viene compresso, si riscalda. In questo motore viene utilizzata tale proprietà comprimendo all’interno del cilindro la sola aria a valori elevati, tali per cui il combustibile iniettato si accende spontaneamente, in quanto l’aria presente nel cilindro durante la fase della compressione ha una temperatura superiore alla sua temperatura di accensione.

In commercio non esiste una sola tipologia di motore diesel  ma differenti varianti denominate a 2 e 4 tempi.

I motori Diesel a due tempi sono di impiego prevalentemente industriale e navale, sono generalmente più grandi rispetto a quelli a 4 tempi e sviluppano potenze molto maggiori, con regimi di rotazione di massimi di circa qualche centinaia di giri al minuto.

I motori Diesel a quattro tempi sono quelli maggiormente diffusi nel campo automobilistico, ma a differenza dei primi sono caratterizzati da una particolare complessità costruttiva.

Il frazionamento dei motori diesel a 4 tempi può essere vario dato che i problemi ed i vantaggi di una determinata configurazione restano immutati, sia che si tratti di motori a ciclo Otto o di motori a ciclo Diesel. Nelle auto la configurazione più diffusa è quella a quattro cilindri in linea sovralimentati.

Fino ad una decina di anni fa le Case puntavano con decisione sul motore diesel ed anche le più comuni utilitarie erano dotate di questa tipologia di propulsori.

  • Blue HDi: il Gruppo PSA si è distinto per la realizzazione dei BlueHDi, utilizzati sulle vetture firmate Citroen, DS, Peugeot, Opel e prossimamente, con tutta probabilità, anche su Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Jeep dopo la recente nascita di Stellantis.
  • Tdi: il Gruppo Volkswagen è certamente uscito con le ossa rotte dallo scandalo dieselgate, ma non si può nascondere l’efficienza dei propulsori marchiati TDi, acronimo di Turbocharged Direct Injection, portati alla luce nel lontano 1989. Questo è uno dei propulsori più diffusi e declinati in termini di cubatura e potenza ed è ancora presente sulle vetture dei marchi Volkswagen, Audi, Seate Skoda.
  • Multijet: il colpo di genio del Gruppo Fiat ha un nome, Multijet. L’idea del reparto ricerca e sviluppo è stata quella di creare il common rail,  un comando che “frazioni” l’iniezione di carburante in “getti” più piccoli. Questa soluzione tecnologica è adesso adottata da tutti i costruttori ed ha aperto la strada a motori diesel efficienti e parsimoniosi nei consumi.

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In commercio sono presenti numerose vetture dotate di motori diesel efficienti. Vediamo le più interessanti:

  • Volkswagen T-Roc
  • Audi A4
  • Alfa Romeo Giulia
  • Peugeot 508
  • Mercedes Classe C

Volkswagen T-Roc. Uno dei più grandi successi commerciali della Casa tedesca è un SUV compatto realizzato sul pianale della Golf e caratterizzato da uno stile ben eseguito. Sotto il cofano si può optare per il 2.0 litri TDi da 116 o 150 CV. I prezzi partono da 28.650 euro.

Audi A4: vera e propria punta di diamante della Casa dei quattro anelli, la A4 è da sempre in lotta con la BMW Serie 3 e la Mercedes Classe C per primeggiare nel settore di riferimento. Tra i diesel spicca il 2.0 litri da 190 CV ed il potente 3.0 litri da ben 286 CV. I prezzi partono da 47.900 euro.

Alfa Romeo Giulia: la berlina per eccellenza che ha fatto tornare la Casa italiana alla trazione posteriore. La sportività insita nel suo DNA ben si sposa con l’anima da Gran Turismo. Il motore diesel da 2.2 litri è disponibile nelle potenze di 160, 190 e 210 CV. Si parte da 45.000 euro.

Peugeot 508: berlina dallo stile affascinante che ha segnato il nuovo corso del linguaggio stilistico della Casa francese, la Peugeot 508 si rivela una ottima vettura per macinare migliaia di chilometri grazie al motore diesel BueHDi da 1.5 litri e 131 CV di potenza. I prezzi partono da 34.500 euro.

Mercedes Classe C: la berlina tedesca è ormai da decenni il punto di riferimento del segmento perché riesce a coniugare alla perfezione sportività ed eleganza. I motori diesel presenti in listino sono il 1.6 ed il 2.0 litri con potenze da 122 a 245 CV.

L’evoluzione tecnologica ha spinto i costruttori a spostarsi sulla strada dell’elettrificazione dei propulsori. Questo ha comportato l’introduzione sul mercato di motori ibridi diesel che si rivelano particolarmente efficienti in termini di consumi andando ad incrementare le già ottime qualità proprie del diesel. La tecnologia ibrida, inoltre, si rivela efficace per poter circolare anche in presenza di blocchi del traffico.

Dopo lo scandalo dieselgate, e complici anche scelte politiche comunitarie spesso prive di fondamento, il futuro dei motori diesel sempre ormai segnato. Le quote di mercato di queste motorizzazioni stanno lentamente crollando a vantaggio soprattutto dell’ibrido. Di sicuro gran parte degli automobilisti sta rimpiangendo questo lento declino dei motori diesel, da sempre ottimi alleati quando si deve trovare il giusto compromesso tra costi di gestione contenuti e percorrenze chilometriche annue impegnative.

Lo standard Euro 6 è ormai proprio di tutte le vetture di recente costruzione, sia benzina che diesel. Per quanto riguarda questa ultima categoria si può notare come queste motorizzazioni siano particolarmente pulite considerando che le emissioni di CO2 sono pari a 0,50 g/Km, quelle di NoX pari a 0,08 g/Km e quelle di PM10 pari a 0,005 g/Km. Valori che farebbero impallidire anche un benzina Euro 4!

Cose da sapere

Come funziona il motore diesel?

Il concetto di base del funzionamento del motore Diesel è che quando un gas viene compresso, si riscalda. In questo motore viene utilizzata tale proprietà comprimendo all’interno del cilindro la sola aria a valori elevati, tali per cui il combustibile iniettato si accende spontaneamente, in quanto l’aria presente nel cilindro durante la fase della compressione ha una temperatura superiore alla sua temperatura di accensione.

Quali sono le tipologie di motori diesel esistenti?

Esistono tre tipologie di motori diesel. Il Blue HDi è utilizzato sulle vetture firmate Citroen, DS, Peugeot, Opel e prossimamente, con tutta probabilità, anche su Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Jeep dopo la recente nascita di Stellantis. Il Tdi sono tra i propulsori più diffusi e declinati in termini di cubatura e potenza ed è ancora presente sulle vetture dei marchi Volkswagen, Audi, Seate Skoda. Infine il Multijet è la soluzione tecnologica adesso adottata da tutti i costruttori ed ha aperto la strada a motori diesel efficienti e parsimoniosi nei consumi.

Perché scegliere un motore diesel ibrido?

L’evoluzione tecnologica ha spinto i costruttori a spostarsi sulla strada dell’elettrificazione dei propulsori. Questo ha comportato l’introduzione sul mercato di motori ibridi diesel che si rivelano particolarmente efficienti in termini di consumi andando ad incrementare le già ottime qualità proprie del diesel. La tecnologia ibrida, inoltre, si rivela efficace per poter circolare anche in presenza di blocchi del traffico.

Qual è il futuro dei motori diesel?

Le quote di mercato di queste motorizzazioni stanno lentamente crollando a vantaggio soprattutto dell’ibrido. Di sicuro gran parte degli automobilisti sta rimpiangendo questo lento declino dei motori diesel, da sempre ottimi alleati quando si deve trovare il giusto compromesso tra costi di gestione contenuti e percorrenze chilometriche annue impegnative.

 

Pubblicato il 22 February 2021
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